La nostra Federica,
dopo aver letto il libro di D’Avenia Bianca
come il latte, rossa come il sangue, scrive a Beatrice, una delle
protagoniste del libro..un modo per la nostra appassionata lettrice di andare
oltre un semplice romanzo, perché tra quelle righe potremmo esserci noi!
Cara Bea..
Cara Beatrice, non sai chi sono e non servirà a niente dirti
cosa avrei fatto io al tuo posto o cosa avrei voluto che accadesse, dato che,
ormai, la tua storia è già scritta. All’inizio del libro non eri tra i
personaggi che più mi stavano a cuore, mi sembravi la classica ragazza che sa
di essere bella e che è continuamente a ricordarlo agli altri, facendo
sorrisetti forzati e tirandogli in faccia la tua chioma rosso fuoco. Ero sicura
che una come te non avrebbe mai considerato Leo, se non per farsi portare lo
zaino o per farsi pagare un caffè alle macchinette della scuola; visto che
avevi già molti altri ragazzi oltre a lui, molto più popolari e grandi. Quando
hai smesso di andare a scuola e farti vedere in giro, la tua assenza non è
passata inosservata e non lo è stata ancora di più quando tutti sono venuti a
conoscenza del motivo. Da qui in poi ti ho vista con altri occhi: non eri più
quella ragazza che all’apparenza poteva sembrare bella quanto stupida, la mia
testa ti ha riesaminata, lasciando indietro i pregiudizi. Questo non significa che sono d’accordo con
te su qualunque cosa, anzi, per la maggior parte del libro non ti ho mai
pienamente capita e mi hai fatto soffermare diverse volte su quelle pagine con
mille domande e dubbi. L’unica cosa su cui ti ho compresa è la ricerca di Dio,
del suo amore; credo che, in fondo, lui era proprio quello che ti serviva per
essere più tranquilla ed avere un approccio più dolce nei tuoi ultimi giorni.
Perché oltre all’amore di Dio, non hai voluto lasciar entrare anche quello di
Leo? Lui non aspettava altro che renderti felice dandoti tutto sé stesso, anche
se avevate i giorni contati. Bea, tu avresti voluto amarlo o forse lo facevi
già a modo tuo, ma non lo hai mai ammesso né a te e né a lui. Non avresti
voluto andartene sapendo di non aver perso nessuna occasione, di aver fatto
tutto quello che volevi, senza rimorsi?
Invece, hai preferito dimenticare l’amore, così da far star meno male
lui durante la tua assenza, senza pensare a star bene te nella tua presenza. Te
ne sei andata lasciando da parte anche la rabbia. Non eri arrabbiata con Silvia
per averti ostacolato con Leo? Se solo lei gli avesse dato il numero giusto
avreste avuto più tempo di quello che alla fine è stato. Infine, sei voluta
andartene via da sola, col tuo letto caldo ma col freddo della camera vuota,
senza chi avresti voluto veramente. Sapevi di aver finito con la speranza, ma
l’hai comunque voluta vedere negli occhi di Leo che si sono spenti quando ha
capito che l’intervento che aspettavi non era mai esistito e che il tuo affanno
al cellulare era solo causato dalla malattia e non da una bella corsa in
montagna. Cara Beatrice, potevi avere tanto amore ma non l’hai voluto..
Federica Di Sarno IDbe
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